Alcionari Mediterranei
10-05-2021 11:28 - News

Volgarmente noto come “Mano di San Pietro”, questa specie vive a grandi profondità su fondi mobili sabbiosi o fangosi, ma non è escluso trovarlo anche nel fango di fondi misti con cigliate che si affacciano verso l’abisso.
Fonte: Scubazone - Francesco Turano
In Mediterraneo gli alcionari sono rappresentati da poche specie, sono poco frequenti e di piccole dimensioni, soprattutto se confrontati con i parenti della fascia tropicale del pianeta. Tuttavia la loro bellezza è tale che l’incontro con una di queste creature rappresenta un’esperienza avvincente. La specie più diffusa negli ambienti di scogliera classici è la cosiddetta “Mano di morto”, ossia l’Alcyonium acaule. Il curioso appellativo è riferito all’aspetto dell’animale e ai movimenti che questo può compiere una volta pescato. Questo incantevole antozoo è privo di scheletro e si sostiene in posizione eretta gonfiandosi d’acqua. Il nome lugubre è stato coniato alla fine del 1500 dal naturalista italiano Ulisse Aldrovandi. La struttura del suo corpo è composta essenzialmente da spicole calcaree, unità che gli conferiscono una consistenza discreta nonostante la mancanza di un asse scheletrico. La funzione di sostegno è in ogni caso svolta dall’acqua, utilizzata per gonfiarsi e sollevarsi dal fondale sul quale aderisce. Il corpo ha una parte basale, per la presa al substrato, priva di polipi e definita, pertanto, zona sterile o caule, e una parte apicale digitata, con un numero di appendici variabili (di solito da cinque a sette). Durante il giorno si alternano periodi in cui l’animale mantiene chiusi i suoi polipi e il corpo sgonfio a periodi in cui, viceversa, il corpo è ben eretto e con i polipi aperti in bella mostra. Di notte è più stabile la posizione eretta a polipi aperti. La colorazione di fon - do varia dal rosa salmone, con varianti giallo-crema o arancioni, al più raro ros - so carminio. I polipi sono biancastri e semitrasparenti, piuttosto alti e allunga ti. Amante dei fondali sabbiosi e fangosi con poca luce, non disdegna quelli rocciosi, anche se, in ogni caso, necessita di un ambiente con acqua quasi sempre fredda (14-15° C) e con correnti abbastanza sostenute. Le dimensioni medie dell’animale oscillano tra i 10 e i 15 cm di altezza. Come nel caso di altri cnidari, anche questa specie viene colonizzata da piccoli organismi: si tratta di minuscoli crostacei copepodi, che vivono a spese dei tessuti della colonia. Anticamente si credeva che questo animale, una volta cotto ai ferri, potesse essere utilizzato efficacemente contro il gozzo. Simile e facilmente confondibile con l’Alcyonium acaule è infatti Alcyonium palmatum, diverso sia per la forma del corpo che dei polipi. Manca del tutto la parte basale sterile tipica della specie affine, il cosiddetto caule, poiché le colonie partono dal fondale su cui aderiscono direttamente digitate. Le dimensioni dell’animale sono maggiori e ci sono esemplari che possono arrivare e superare i 30 cm di altezza. La sua colorazione varia, anche in questo caso, dal bianco al rosa, con esemplari rosa salmone davvero spettacolari. I polipi sono generalmente bianchi e traslucidi. Per quel che riguarda la riproduzione si possono riferire solo pochi dati, ottenuti da poche osservazioni in natura. Le uova compaiono intorno al mese di agosto mentre le larve si osservano nel mese di luglio, motivo per cui si deduce che occorre poco meno di un anno perché si compia un intero ciclo riproduttivo. Diffuso in tutto il Mediterraneo, l’Alcyonium Apalmatum è poco frequente e reperibile a profondità elevate su fondi fangosi o sabbiosi. L’osservazione in natura è entusiasmante, sia per la forma che per i colori dell’animale. Peccato che la difficoltà di reperimento per il subacqueo sia piuttosto alta, legata sia alla profondità che al mimetismo e alle dimensioni contenute della specie. Meno bella è poi un’altra specie di alcionario, Paralcyonium spinulosum, dalla struttura ad alberello e dal colore trasparente tendente al verde oliva o grigio. Poco comune, ma abbondantemente diffuso in alcuni ambienti rocciosi mediterranei, divide il substrato disponibile con madrepore, gorgonie e corallo rosso, prediligendo acque fredde e/o profonde. Un discorso a parte va fatto sul Parerythropodium coralloides, di color rosso cardinale con polipi bianchi dal colletto trasparente bordato di giallo; questo è un rappresentante della famiglia che non si contenta di gonfiarsi d’acqua per sostenersi ma utilizza come scheletro quello di gorgonie parzialmente morte o danneggiate, preferibilmente della specie Eunicella cavolinii e E. singularis o di Paramuricea clavata. Anche quest’ultima specie ha livree diverse, con bellissime varianti rosa o bianche, anche se il colore più frequente è il rosso vinaccio. Le colonie sono costituite da lamine carnose e da formazioni incrostanti su substrati duri di varia natura. Si notano poi zone più spesse, dove si concentrano i polipi, alternate a zone di tessuto liscio che ne sono quasi totalmente prive. Le dimensioni variano in base al substrato. La larva planctonica, che si origina dalle uova fecondate, si porta verso il fondo alla ricerca di un substrato dove attecchire e svilupparsi. Grazie a forma, colore e struttura corporea, gli alcionari del Mediterraneo sono splendidi soggetti per il fotosub, nonostante la loro staticità
Fonte: Scubazone - Francesco Turano