03 Giugno 2023
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Cos'era il Mostro di Tully, la creatura vissuta milioni di anni fa che fa impazzire i paleontologi

19-04-2023 12:04 - News
A dare una risposta è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori di due università giapponesi
Lo chiamano “Mostro di Tully” (o, con il suo nome scientifico, Tullimonstrum gregarium), e si diverte a far confondere i paleontologi anche a distanza di 300 milioni di anni rispetto a quando è effettivamente vissuto. Al mostriciattolo marino, infatti, non sembrano andare a genio etichette e classificazioni: a causa della sua peculiare forma anatomica, da anni gli scienziati discutono sul fatto che si trattasse di una specie appartenente al gruppo dei vertebrati o, al contrario, a quello degli invertebrati. Saperlo con certezza potrebbe fornirci informazioni interessanti rispetto all’evoluzione di uno o dell’altro gruppo di animali, ecco perché se ne parla da tempo. L’ultimo contributo a questo dibattito è merito di un gruppo di ricercatori dell’università di Tokyo e dell’università di Nagoya (Giappone) e delle tecniche di ricostruzione in 3D da loro utilizzate: i risultati dello studio, pubblicati su Paleontology, sembrano indicare che si trattasse di un invertebrato.

L’origine del nome
Questo enigmatico animale del passato deve il suo nome a Francis Tully, un collezionista di fossili che per primo trovò traccia del Tullimonstrum gregarium: erano gli anni 50 e Tully raccolse il primo fossile di questo animale dal sito di Mazon Creek, nello stato dell’Illinois (Stati Uniti), noto per la presenza di grandi quantità di fossili molto ben conservati nel tempo. Si trattava di un animale marino lungo circa 15 centimetri ed esistito, come dicevamo, circa 300 milioni di anni fa.

Lo studio
Per risolvere il mistero sulla sua classificazione, il gruppo di ricercatori ha analizzato 153 fossili relativi a questa specie, oltre che molti altri relativi a specie diverse ma sempre derivanti dal sito di Mazon Creek. A partire dai campioni raccolti, gli scienziati hanno poi utilizzato la scansione laser in 3D per creare delle specie di mappe colorate che ricostruiscono la probabile morfologia dell’animale, inclusa la lunga proboscide che ne caratterizzava il muso. E, secondo i ricercatori, ci sono varie evidenze a sfavore dell’ipotesi formulata nel 2016, secondo cui l’animale sarebbe appartenuto alla classe dei vertebrati: “Il punto più importante - dice Tomoyuki Mikami, primo autore dello studio e attualmente ricercatore presso il National Museum of Nature and Science del Giappone - è che il mostro di Tully presentava una segmentazione nella regione della testa che si estendeva a partire dal corpo. Questa caratteristica non è nota in nessun lignaggio vertebrato, il che suggerisce un’affinità con gli invertebrati”. Ma, anche se a detta degli autori il mistero su una prima classificazione del mostro potrebbe essere finalmente risolto, rimane comunque da stabilire a quale gruppo di organismi appartenesse esattamente: fra le ipotesi, gli autori menzionano quello dei cordati non vertebrati, oppure quello dei protostomi. “La ricerca sui fossili provenienti da Mazon Creek - conclude Mikami - è importante perché fornisce evidenze paleontologiche che non possono essere ottenute da altri siti. Sono necessarie ancora molte ricerche per estrarre indizi importanti a partire dai fossili di Mazon Creek al fine di comprendere la storia evolutiva della vita”.


Fonte: Wired Italia

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