Ecco "Squidbot" il calamaro robot
26-10-2020 10:15 - News

Gli ingegneri dell’Università della California di San Diego hanno costruito Squidbot, un robot simile a un calamaro che nuota autonomamente producendo getti d’acqua.
Fonte: Scubaportal.it - Massimo Boyer
Il robot può essere equipaggiato con un sensore, come una videocamera, per l’esplorazione subacquea.
Per costruire Squidbot gli scienziati hanno ricreato tutte le caratteristiche chiave che i calamari usano per il nuoto ad alta velocità.
Il risultato è il primo robot autonomo che può generare impulsi a getto per la locomozione rapida come il calamaro cambiando la sua forma del corpo, il che ne migliora l’efficienza del nuoto.
Il robot è realizzato principalmente con materiali morbidi come il polimero acrilico, con poche parti rigide, stampate in 3D e tagliate al laser.
L’uso di robot morbidi nell’esplorazione subacquea è importante per proteggere pesci e coralli, che potrebbero essere danneggiati da robot rigidi.
Ma i robot morbidi tendono a muoversi lentamente e hanno difficoltà di manovra.
Il team di ricerca si è rivolto ai cefalopodi come buon modello per risolvere alcuni di questi problemi.
I calamari, ad esempio, possono raggiungere le velocità più elevate tra gli invertebrati grazie ad un meccanismo di propulsione a getto.
Squidbot immagazzina un volume d’acqua nel suo corpo flettendo la pelle e le costole. Poi rilascia questa energia comprimendo il suo corpo e genera un getto d’acqua per la propulsione.
A riposo, il robot calamaro ha la forma di una lanterna di carta con costole flessibili, che agiscono come molle, lungo i suoi lati.
Le costole sono collegate a due piastre circolari ad ogni estremità del robot.
Una di queste è collegata a un ugello che prende l’acqua e la espelle quando il corpo del robot si contrae.
L’altra piastra può portare una telecamera stagna o un diverso tipo di sensore, per raccogliere fotografie o vari parametri biologici, chimici o fisici.
Gli ingegneri hanno testato il robot in una vasca dell’acquario di San Diego presso la Scripps Institution of Oceanography.
Squidbot era capace di manovrare regolando la direzione dell’ugello, e di muoversi a una velocità di circa 18-32 centimetri al secondo (circa mezzo miglio all’ora), cioè più veloce della maggior parte degli altri robot morbidi.
La dimensione e la forma ottimale dell’ugello che spinge il robot è un fattore chiave per la velocità e per la capacità di manovrare.
Esperimenti sono stati condotti anche su come l’energia può essere immagazzinata nella componente elastica del corpo e della pelle del robot, e poi rilasciata per generare un getto.
Fonte: Scubaportal.it - Massimo Boyer
video
Squidbot