Fascinosi nudibranchi
17-11-2022 17:34 - News



I subacquei sono da sempre affascinati dai nudibranchi: i loro colori e le loro forme li rendono affascinanti e i fotografi impazziscono per fotografarli in tutte le salse.
Le loro livree sgargianti hanno reso questi animali molto popolari nel mondo della fotografia subacquea, tanto non temere il confronto con molti altri soggetti.
Ciò nonostante, ancora oggi, questi molluschi sono poco studiati e molti aspetti del loro comportamento rimangono un bel mistero. Sono stati pubblicati alcuni libri, utili per l’identificazione delle diverse specie, ma l’elevata biodiversità di questa famiglia consente ancora l’individuazione di nuove specie.
Se provassimo ad entrare nel mondo di queste tanto piccole quanto straordinarie forme viventi non resteremmo certamente indifferenti al loro fascino e saremmo spinti dalla curiosità di cercare di saperne sempre di più su questi “esserini” che, se va bene, possiamo appena a classificare con l’ausilio di un buon libro.
Diventare osservatori scrupolosi del microcosmo, saper individuare le piccole forme viventi che, nonostante i colori accesi, sono tuttavia ben mimetizzate, è la prima regola per spingerci in questa avventura. Fondamentale la capacità di isolarsi dal resto che ti circonda, al fine di reperire anche le creature più piccole e sfuggenti a una osservazione superficiale.
Quando sott’acqua riesci ad individuare un piccolo mollusco di questo tipo, per osservarlo e conoscerlo veramente, devi dimenticare tutto ciò che ti sta intorno, cancellare persino l’acqua che ti avvolge, se necessario, è tuffarti in quel piccolo mondo con tutto te stesso, immaginando di diventare per qualche istante piccolo piccolo; solo così ti è permesso di guardare un nudibranco negli occhi, cogliere il suo lato migliore, attendere che la sua posa diventi plastica per scattare una foto valida non solo biologicamente; scrutare e carpire i segreti di un mondo diverso, dove ogni movimento ha un significato, dove ogni cosa apparentemente banale è invece profondamente giustificata dall’impeccabilità della natura, soddisferà non poco la nostra sete di conoscenza.
Quando osserviamo i nudibranchi, non limitiamoci all’identificazione della specie, ma cerchiamo, nei limiti del possibile, di scovare quel qualcosa in più che solo il subacqueo attento potrà percepire dal vivo, con la dovuta consapevolezza.
Ma chi sono realmente questi affascinanti animali che tanto ci intrigano? I nudibranchi sono molluschi gasteropodi strettamente imparentati con i prosobranchi, cioè i comuni gasteropodi con conchiglia; fanno parte degli opistobranchi, un gruppo di animali caratterizzati dall’avere le branchie nella parte posteriore del corpo ed una conchiglia molto ridotta o addirittura assente.
All’interno della sottoclasse degli opistobranchi, i nudibranchi in realtà sono solo uno dei sei ordini.
A sua volta l’ordine dei nudibranchi comprende poi quattro subordini: Doridina, Dendronotina, Arminina ed Aeolidina.
I nudibranchi sono provvisti di occhi primitivi, in grado di distinguere solamente i mutamenti di luminosità.
I recettori olfattivi sono ospitati nei rinofori, le “corna” dei nudibranchi.
Questi si sono evoluti in una tale varietà di forme che le differenze morfologiche ci aiutano oggi nella classificazione e identificazione delle diverse specie.
I rinofori ospitano anche particolari ciglia, utili a percepire vibrazioni e cambiamenti di pressione dell’acqua.
Tutti i nudibranchi sono inoltre dotati di tentacoli sul capo o sulla bocca, che si ritiene servano a percepire l’ambiente che li circonda. Ma la caratteristica che ha dato il nome a questo gruppo di particolari molluschi sono le branchie: ben esposte (nude) e situate sul dorso, rappresentano il biglietto da visita delle lumache del mare.
Alcune specie non hanno branchie distinte ed hanno sviluppato i cosiddetti cerata, tipiche appendici allungate che ricoprono il dorso e che servono ad aumentare la superficie del tessuto deputata ad assorbire l’ossigeno dall’acqua.
Branchie e cerata rendono i nudibranchi molto graziosi: arlecchini del mare o farfalle del mare, come qualcuno ama definirli, sono tra i soggetti prediletti dei fotosub appassionati di macrofotografia. Riguardo i movimenti e la locomozione, è noto che questi piccoli molluschi sono dotati di alcuni muscoli preposti, che gli conentono di procedere strisciando un po’ come fanno le comuni lumache, aiutandosi con la secrezione di muchi particolarmente adesivi.
In alcuni casi si assiste a movimenti fluttuanti, utilizzati da specie pelagiche o che comunque si staccano dal fondo per brevi periodi. In pratica però, il comportamento di questi animali è ancora largamente da comprendere, e come al solito le osservazioni dei subacquei possono servire a far luce su di un mondo microscopico celato sott’acqua.
I nudibranchi possono essere vegetariani o carnivori (in alcuni casi anche cannibali!). Generalmente si nutrono di tessuti animali di poriferi, idroidi, briozoi, tunicati, coralli, gorgonie, meduse, pennatule, anemoni e cerianti.
Sui fondali dello stretto vivono spugne densamente popolate da nudibranchi piccoli e colorati che “pascolano” continuamente sulla superficie dei poriferi, come anche fondali di varia natura dove la presenza di idroidi consente la vita a intere famiglie di diverse specie, che sugli idroidi vivono per nutrirsene e per deporre le loro uova.
Tutti i nudibranchi sono ermafroditi, possiedono cioè contemporaneamente organi riproduttivi maschili e femminili. Tuttavia non possono auto fecondarsi e per potersi riprodurre devono obbligatoriamente, nel corso della loro breve vita, trovare un partner. Solo poche specie si corteggiano prima di accoppiarsi: la maggior parte si limita infatti a porsi in posizione adeguata affinché l’atto sessuale, di durata variabile, vada a buon fine.
Molto belle sono le caratteristiche ovodeposizioni dei nudibranchi, i cui embrioni (molti milioni) sono contenuti in strutture nastriformi che, assicurate a vari tipi di substrati, danno vita a “trine e merletti” che molti subacquei ben conoscono.
Caratteristica comune a moltissime specie è la capacità di immagazzinare e secernere acidi od altre sostanze chimiche sgradevoli.
Notoriamente le specie tossiche mettono in mostra colorazioni sgargianti, che vanno ad avvertire i probabili predatori della presenza di ittiotossine, sostanze che possono produrre danni non indifferenti all’ incauto predatore.
Per la difesa, quindi, i nudibranchi sono ben organizzati e usano diverse strategie anche se, in poche parole, colore e veleno rimangono le più efficaci. Contro gli ostinati fotografi subacquei i nudibranchi purtroppo non possono però far nulla e devono solo sperare di passare inosservati.
Una volta avvistato, il nudibranco sarà infatti vittima di numerosi lampi (quelli del flash) e dovrà, volente o nolente, sottoporsi a una serie di scatti (quelli della fotocamera) che congeleranno per sempre le sue pose armoniose e il suo fascino elegante e inimitabile.
Fonte: ScubaZone - Francesco Turano
Le loro livree sgargianti hanno reso questi animali molto popolari nel mondo della fotografia subacquea, tanto non temere il confronto con molti altri soggetti.
Ciò nonostante, ancora oggi, questi molluschi sono poco studiati e molti aspetti del loro comportamento rimangono un bel mistero. Sono stati pubblicati alcuni libri, utili per l’identificazione delle diverse specie, ma l’elevata biodiversità di questa famiglia consente ancora l’individuazione di nuove specie.
Se provassimo ad entrare nel mondo di queste tanto piccole quanto straordinarie forme viventi non resteremmo certamente indifferenti al loro fascino e saremmo spinti dalla curiosità di cercare di saperne sempre di più su questi “esserini” che, se va bene, possiamo appena a classificare con l’ausilio di un buon libro.
Diventare osservatori scrupolosi del microcosmo, saper individuare le piccole forme viventi che, nonostante i colori accesi, sono tuttavia ben mimetizzate, è la prima regola per spingerci in questa avventura. Fondamentale la capacità di isolarsi dal resto che ti circonda, al fine di reperire anche le creature più piccole e sfuggenti a una osservazione superficiale.
Quando sott’acqua riesci ad individuare un piccolo mollusco di questo tipo, per osservarlo e conoscerlo veramente, devi dimenticare tutto ciò che ti sta intorno, cancellare persino l’acqua che ti avvolge, se necessario, è tuffarti in quel piccolo mondo con tutto te stesso, immaginando di diventare per qualche istante piccolo piccolo; solo così ti è permesso di guardare un nudibranco negli occhi, cogliere il suo lato migliore, attendere che la sua posa diventi plastica per scattare una foto valida non solo biologicamente; scrutare e carpire i segreti di un mondo diverso, dove ogni movimento ha un significato, dove ogni cosa apparentemente banale è invece profondamente giustificata dall’impeccabilità della natura, soddisferà non poco la nostra sete di conoscenza.
Quando osserviamo i nudibranchi, non limitiamoci all’identificazione della specie, ma cerchiamo, nei limiti del possibile, di scovare quel qualcosa in più che solo il subacqueo attento potrà percepire dal vivo, con la dovuta consapevolezza.
Ma chi sono realmente questi affascinanti animali che tanto ci intrigano? I nudibranchi sono molluschi gasteropodi strettamente imparentati con i prosobranchi, cioè i comuni gasteropodi con conchiglia; fanno parte degli opistobranchi, un gruppo di animali caratterizzati dall’avere le branchie nella parte posteriore del corpo ed una conchiglia molto ridotta o addirittura assente.
All’interno della sottoclasse degli opistobranchi, i nudibranchi in realtà sono solo uno dei sei ordini.
A sua volta l’ordine dei nudibranchi comprende poi quattro subordini: Doridina, Dendronotina, Arminina ed Aeolidina.
I nudibranchi sono provvisti di occhi primitivi, in grado di distinguere solamente i mutamenti di luminosità.
I recettori olfattivi sono ospitati nei rinofori, le “corna” dei nudibranchi.
Questi si sono evoluti in una tale varietà di forme che le differenze morfologiche ci aiutano oggi nella classificazione e identificazione delle diverse specie.
I rinofori ospitano anche particolari ciglia, utili a percepire vibrazioni e cambiamenti di pressione dell’acqua.
Tutti i nudibranchi sono inoltre dotati di tentacoli sul capo o sulla bocca, che si ritiene servano a percepire l’ambiente che li circonda. Ma la caratteristica che ha dato il nome a questo gruppo di particolari molluschi sono le branchie: ben esposte (nude) e situate sul dorso, rappresentano il biglietto da visita delle lumache del mare.
Alcune specie non hanno branchie distinte ed hanno sviluppato i cosiddetti cerata, tipiche appendici allungate che ricoprono il dorso e che servono ad aumentare la superficie del tessuto deputata ad assorbire l’ossigeno dall’acqua.
Branchie e cerata rendono i nudibranchi molto graziosi: arlecchini del mare o farfalle del mare, come qualcuno ama definirli, sono tra i soggetti prediletti dei fotosub appassionati di macrofotografia. Riguardo i movimenti e la locomozione, è noto che questi piccoli molluschi sono dotati di alcuni muscoli preposti, che gli conentono di procedere strisciando un po’ come fanno le comuni lumache, aiutandosi con la secrezione di muchi particolarmente adesivi.
In alcuni casi si assiste a movimenti fluttuanti, utilizzati da specie pelagiche o che comunque si staccano dal fondo per brevi periodi. In pratica però, il comportamento di questi animali è ancora largamente da comprendere, e come al solito le osservazioni dei subacquei possono servire a far luce su di un mondo microscopico celato sott’acqua.
I nudibranchi possono essere vegetariani o carnivori (in alcuni casi anche cannibali!). Generalmente si nutrono di tessuti animali di poriferi, idroidi, briozoi, tunicati, coralli, gorgonie, meduse, pennatule, anemoni e cerianti.
Sui fondali dello stretto vivono spugne densamente popolate da nudibranchi piccoli e colorati che “pascolano” continuamente sulla superficie dei poriferi, come anche fondali di varia natura dove la presenza di idroidi consente la vita a intere famiglie di diverse specie, che sugli idroidi vivono per nutrirsene e per deporre le loro uova.
Tutti i nudibranchi sono ermafroditi, possiedono cioè contemporaneamente organi riproduttivi maschili e femminili. Tuttavia non possono auto fecondarsi e per potersi riprodurre devono obbligatoriamente, nel corso della loro breve vita, trovare un partner. Solo poche specie si corteggiano prima di accoppiarsi: la maggior parte si limita infatti a porsi in posizione adeguata affinché l’atto sessuale, di durata variabile, vada a buon fine.
Molto belle sono le caratteristiche ovodeposizioni dei nudibranchi, i cui embrioni (molti milioni) sono contenuti in strutture nastriformi che, assicurate a vari tipi di substrati, danno vita a “trine e merletti” che molti subacquei ben conoscono.
Caratteristica comune a moltissime specie è la capacità di immagazzinare e secernere acidi od altre sostanze chimiche sgradevoli.
Notoriamente le specie tossiche mettono in mostra colorazioni sgargianti, che vanno ad avvertire i probabili predatori della presenza di ittiotossine, sostanze che possono produrre danni non indifferenti all’ incauto predatore.
Per la difesa, quindi, i nudibranchi sono ben organizzati e usano diverse strategie anche se, in poche parole, colore e veleno rimangono le più efficaci. Contro gli ostinati fotografi subacquei i nudibranchi purtroppo non possono però far nulla e devono solo sperare di passare inosservati.
Una volta avvistato, il nudibranco sarà infatti vittima di numerosi lampi (quelli del flash) e dovrà, volente o nolente, sottoporsi a una serie di scatti (quelli della fotocamera) che congeleranno per sempre le sue pose armoniose e il suo fascino elegante e inimitabile.
Fonte: ScubaZone - Francesco Turano