I colori dell'Arabia
17-10-2022 18:30 - News




Dopo più di 12 anni, l’Arabia Saudita ha riaperto le porte al Turismo.
Lo ha fatto permettendo nuovamente non solo le crociere subacquee lungo l’esteso banco corallino dei Farasan, ma anche rendendo possibile delle visite archeologiche in luoghi fino a poco tempo fa praticamente inaccessibili.
Uno di questi è il sito archeologico che si trova nell’Hijaz, nella regione di Al-Ula, l’oasi perduta lungo la via dell’incenso che sorge nel bel mezzo del deserto.
Si tratta di un luogo importante del passato, centro di rotte commerciali dove si presume che l’antica Hegra fosse la capitale del sud del regno dei Nabatei mentre Petra lo era del nord.
Qui sono presenti anche tracce dell’occupazione romana avvenuta nel periodo dell’imperatore Traiano.
Un luogo particolare, magico, incontaminato e ricchissimo di storia che il semplice turista fino ad ora non aveva mai avuto la possibilità di ammirare. Molto è cambiato nell’ultimo decennio, oggi migliaia di donne quotidianamente vanno al lavoro in tutta l’Arabia Saudita, anche al fianco di uomini: un fenomeno inimmaginabile solo qualche anno fa e presente non solo nelle grandi città.
L'ingresso in massa delle donne nel mondo del lavoro è il successo più evidente del piano di riforme economiche denominato “Vision 2030” che in quattro anni ha portato la partecipazione femminile a toccare il 33%.
Le donne sono ormai prevalenti nel commercio al dettaglio, presenti nella maggior parte degli uffici pubblici compresi quelli doganali e da qualche mese è stato loro concesso anche il diritto alla guida.
Certo per un occidentale può non sembrare molto ma se non altro oggi una donna, se la sua religione lo permette, può girare per Gedda senza coprirsi il capo e senza indossare l’hijab, anche se ovviamente sempre in abiti non succinti!
Tutta la città è un fiorire di nuovi cantieri per la costruzione di aree residenziali e nuove infrastrutture.
Anche l’aeroporto è molto cambiato ed oggi un enorme acquario, o per meglio dire un oceanario, troneggia al centro degli arrivi internazionali. Qui, come in una pellicola senza fine, scorre una parte della vita presente nel Mar Rosso; dai piccoli squali pinna nera, ai banchi di pesci pipistrello, dai piccoli e grandi pesci di barriera alle murene il cui corpo affusolato sbuca dalle strutture rocciose: promesse al visitatore appena arrivato di possibili straordinari incontri subacquei! Le crociere per i Farasan partono dal piccolo porto di Al Lith che dista circa 3 ore dall’aeroporto.
Questo banco corallino del Mar Rosso, tanto amato da Jacques Cousteau, si estende per oltre 100km verso il mare aperto e per circa 800km lungo la costa fino alle isole Kamaran nello Yemen e con una profondità che varia dai 40 metri ai 600 vi si trovano centinaia di isolotti corallini.
Da uno studio del 2013 risulta che la sua formazione è probabilmente iniziata da un carico differenziale di sale innescato dall’allontanamento delle placche tettoniche durante l’estensione della frattura del Mar Rosso. Il sale si è spostato verso l’alto per formare cupole di masse rocciose (diapiri), pareti e tettoie che hanno deformato e interagito in modo complesso con la sedimentazione del calcare della barriera corallina sovrastante, formando così le varie isole durante l’epoca geologica del Miocene.
Viaggiare in questi paesi comporta sempre molta pazienza e non sempre le cose vanno come si vorrebbe.
Le regole per il COVID, pur allentate, comportano ancora una serie di disagi: scartoffie da riempire, schede per cellulare da acquistare, applicazioni da scaricare e spesso lunghe attese per i vari controlli.
Dopo gli ultimi lenti ed estenuanti accertamenti da parte della capitaneria sui passaporti e sui visti dei passeggeri, finalmente si lascia il piccolo porto di Al Lith.
I colori giallo e ocra del deserto lasciano il posto all’immenso blu del mare e basta poco per incontrare le prime piccole isole di sabbia bianca circondate dai reef semisommersi.
Qui è sufficiente scendere pochi metri ed i colori diventano abbaglianti! Miriadi di specie di gorgonie e alcionari risplendono alla luce delle torce con le loro mille sfumature di colore dal rosa al viola, mentre incredibili colonie di ascidie scendono come colatura di cera dai maestosi rami di corallo nero, alternando un bianco acceso ad un giallo intenso per finire ad un rosso sangue.
È questa la vera sorpresa dei Farasan che riportano a galla i ricordi di oltre trent’anni fa, delle prime immersioni a Ras Mohammed in Egitto, dove i colori del Mar Rosso erano quasi accecanti.
Certo non manca nemmeno la vita di barriera e la grande vita pelagica ed è frequente, nelle zone di maggior corrente, ritrovarsi circondati da grandi banchi di carangidi o di barracuda.
Vicino alle varie isole di Dohra, Marmar, Jadir, Malathu e lungo i reef di Gorgonia, Bandu, Long reef, Sha’ab Ammar, Cioppy, Shi’b Muddar, Mubarak sono possibili avvistamenti di squali martello, squali grigi, squali seta ma non sempre così numerosi come ci si potrebbe attendere. In molti periodi dell’anno, le temperature dell’acqua superano i 29° e questo, probabilmente, spinge gli squali a stazionare preferibilmente ad una profondità spesso ben oltre i 50 metri, dove le temperature si abbassano di qualche grado.
Ma il Mare riserva sempre piccole e grandi sorprese e in un luogo così isolato ed incontaminato basta rivolgere lo sguardo sulla sua superficie per ammirare i grandi salti dei delfini che ci accompagnano lungo tutta la crociera, una piccola tartaruga appena uscita dall’uovo che cerca disperatamente di superare i primi delicati minuti di vita, un pesce vela che sfiorando con la sua pinna dorsale la superficie dell’acqua ci fa immaginare la grande caccia in atto.
Fonte: ScubaZone - Franco Tulli
Lo ha fatto permettendo nuovamente non solo le crociere subacquee lungo l’esteso banco corallino dei Farasan, ma anche rendendo possibile delle visite archeologiche in luoghi fino a poco tempo fa praticamente inaccessibili.
Uno di questi è il sito archeologico che si trova nell’Hijaz, nella regione di Al-Ula, l’oasi perduta lungo la via dell’incenso che sorge nel bel mezzo del deserto.
Si tratta di un luogo importante del passato, centro di rotte commerciali dove si presume che l’antica Hegra fosse la capitale del sud del regno dei Nabatei mentre Petra lo era del nord.
Qui sono presenti anche tracce dell’occupazione romana avvenuta nel periodo dell’imperatore Traiano.
Un luogo particolare, magico, incontaminato e ricchissimo di storia che il semplice turista fino ad ora non aveva mai avuto la possibilità di ammirare. Molto è cambiato nell’ultimo decennio, oggi migliaia di donne quotidianamente vanno al lavoro in tutta l’Arabia Saudita, anche al fianco di uomini: un fenomeno inimmaginabile solo qualche anno fa e presente non solo nelle grandi città.
L'ingresso in massa delle donne nel mondo del lavoro è il successo più evidente del piano di riforme economiche denominato “Vision 2030” che in quattro anni ha portato la partecipazione femminile a toccare il 33%.
Le donne sono ormai prevalenti nel commercio al dettaglio, presenti nella maggior parte degli uffici pubblici compresi quelli doganali e da qualche mese è stato loro concesso anche il diritto alla guida.
Certo per un occidentale può non sembrare molto ma se non altro oggi una donna, se la sua religione lo permette, può girare per Gedda senza coprirsi il capo e senza indossare l’hijab, anche se ovviamente sempre in abiti non succinti!
Tutta la città è un fiorire di nuovi cantieri per la costruzione di aree residenziali e nuove infrastrutture.
Anche l’aeroporto è molto cambiato ed oggi un enorme acquario, o per meglio dire un oceanario, troneggia al centro degli arrivi internazionali. Qui, come in una pellicola senza fine, scorre una parte della vita presente nel Mar Rosso; dai piccoli squali pinna nera, ai banchi di pesci pipistrello, dai piccoli e grandi pesci di barriera alle murene il cui corpo affusolato sbuca dalle strutture rocciose: promesse al visitatore appena arrivato di possibili straordinari incontri subacquei! Le crociere per i Farasan partono dal piccolo porto di Al Lith che dista circa 3 ore dall’aeroporto.
Questo banco corallino del Mar Rosso, tanto amato da Jacques Cousteau, si estende per oltre 100km verso il mare aperto e per circa 800km lungo la costa fino alle isole Kamaran nello Yemen e con una profondità che varia dai 40 metri ai 600 vi si trovano centinaia di isolotti corallini.
Da uno studio del 2013 risulta che la sua formazione è probabilmente iniziata da un carico differenziale di sale innescato dall’allontanamento delle placche tettoniche durante l’estensione della frattura del Mar Rosso. Il sale si è spostato verso l’alto per formare cupole di masse rocciose (diapiri), pareti e tettoie che hanno deformato e interagito in modo complesso con la sedimentazione del calcare della barriera corallina sovrastante, formando così le varie isole durante l’epoca geologica del Miocene.
Viaggiare in questi paesi comporta sempre molta pazienza e non sempre le cose vanno come si vorrebbe.
Le regole per il COVID, pur allentate, comportano ancora una serie di disagi: scartoffie da riempire, schede per cellulare da acquistare, applicazioni da scaricare e spesso lunghe attese per i vari controlli.
Dopo gli ultimi lenti ed estenuanti accertamenti da parte della capitaneria sui passaporti e sui visti dei passeggeri, finalmente si lascia il piccolo porto di Al Lith.
I colori giallo e ocra del deserto lasciano il posto all’immenso blu del mare e basta poco per incontrare le prime piccole isole di sabbia bianca circondate dai reef semisommersi.
Qui è sufficiente scendere pochi metri ed i colori diventano abbaglianti! Miriadi di specie di gorgonie e alcionari risplendono alla luce delle torce con le loro mille sfumature di colore dal rosa al viola, mentre incredibili colonie di ascidie scendono come colatura di cera dai maestosi rami di corallo nero, alternando un bianco acceso ad un giallo intenso per finire ad un rosso sangue.
È questa la vera sorpresa dei Farasan che riportano a galla i ricordi di oltre trent’anni fa, delle prime immersioni a Ras Mohammed in Egitto, dove i colori del Mar Rosso erano quasi accecanti.
Certo non manca nemmeno la vita di barriera e la grande vita pelagica ed è frequente, nelle zone di maggior corrente, ritrovarsi circondati da grandi banchi di carangidi o di barracuda.
Vicino alle varie isole di Dohra, Marmar, Jadir, Malathu e lungo i reef di Gorgonia, Bandu, Long reef, Sha’ab Ammar, Cioppy, Shi’b Muddar, Mubarak sono possibili avvistamenti di squali martello, squali grigi, squali seta ma non sempre così numerosi come ci si potrebbe attendere. In molti periodi dell’anno, le temperature dell’acqua superano i 29° e questo, probabilmente, spinge gli squali a stazionare preferibilmente ad una profondità spesso ben oltre i 50 metri, dove le temperature si abbassano di qualche grado.
Ma il Mare riserva sempre piccole e grandi sorprese e in un luogo così isolato ed incontaminato basta rivolgere lo sguardo sulla sua superficie per ammirare i grandi salti dei delfini che ci accompagnano lungo tutta la crociera, una piccola tartaruga appena uscita dall’uovo che cerca disperatamente di superare i primi delicati minuti di vita, un pesce vela che sfiorando con la sua pinna dorsale la superficie dell’acqua ci fa immaginare la grande caccia in atto.
Fonte: ScubaZone - Franco Tulli