24 Marzo 2023
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Il riposo nel reef ..... un sogno ad occhi aperti

10-05-2021 11:36 - News
Scende la notte; e nel magico mondo del reef cosa succede? I pesci sognano? Chissà se un giovane pesce angelo, dalla tipica livrea concentrica, sogni di diventare uno splendido e multicolore esemplare adulto, o se un pesce pagliaccio sogni un reef traboccante di soffici e protettrici anemoni. Forse un giorno la scienza e il progresso tecnologico amplieranno le nostre conoscenze su questi originali quesiti, per il momento possiamo solo fantasticare, ed immaginare questo o quell’altro pesciolino sognante che muove le pinne velocemente, a guisa di un cane che sogna di correre.
Quello che per ora sembra certo, è che anche i pesci dormono, o forse più correttamente, si riposano. Non hanno una cameretta con il letto, non si addormentano sul divano dopo la domenica sportiva e nemmeno vestiti a causa di un drink di troppo, ma i pesci e gli abitanti del reef in generale si riposano per dei periodi di tempo, come la stragrande maggioranza di tutti gli altri esseri viventi e lo fanno nei modi più sorprendenti, come la natura è solita essere. Come prima cosa c’è da dire che i cicli di riposo e veglia sono molto differenti da quelli umani e si alternano in maniera più frequente. Alcune specie prediligono riposare durante le ore diurne, come i pesci leone, gli scorfanidi in generale, le murene e i crostacei, altri preferiscono le ore notturne, come avviene per gran parte dei pesci di barriera, tra i quali i pesci farfalla, i pesci angelo, i pesci balestra, i pesci pappagallo, i pesci lima e molti altri. Ma nel complesso quanto spietato mondo del reef, anche durante il meritato riposo, non si può mai dare nulla per scontato e la lotta per la vita è più accesa che mai. Ma allora come fare per riposarsi ed essere al sicuro allo stesso tempo? Le risposte sono svariate e sorprendenti! I pesci di piccola taglia generalmente preferiscono riposare rifugiandosi in piccoli giacigli o spaccature del substrato roccioso. Un esempio pertinente è quello del pesce balestra blu, il più piccolo della sua larga famiglia. Dorme infilato in piccoli buchi lasciando fuori solamente la coda, la quale assomiglia molto alla chela di un astice o più in generale di un crostaceo. Quante volte ho visto subacquei immortalare con la propria GoPro o macchina fotografica una di queste “gigantesche chele”. Altri pesci, come il pesce palla, possono dormire sonni relativamente tranquilli e starsene in bella vista appoggiati ad esempio su un’acropora. La loro anatomia è ben conosciuta dai predatori, i quali, conoscendo l’altissima tossicità della potenziale preda, la evitano senza pensarci due volte. Chissà se il pesce lima, che ne imita la livrea, senza tuttavia averne la medesima tossicità, dorma sonni altrettanto tranquilli? Il substrato corallino del reef offre comunque notevoli opportunità di rifugio per i suoi assonnati abitanti. Durante le ore notturne, tra i coralli a corna di cervo, perfetti per struttura ad offrire un inespugnabile riparo, si annidano pacificamente molte specie, tra le quali i pesci farfalla, gli idoli moreschi o i magnifici quanto schivi pesci lima arlecchino, che finalmente si concedono ad alcuni scatti, altrimenti estremamente complessi da realizzare durante le fasi attive. Se tra i pesci che abitano il reef una buona parte gode di dimensioni abbastanza ridotte da trovare facilmente un anfratto dove riposare, altrettanto non si può dire per altre specie, come ad esempio il pesce pappagallo, che raggiungono dimensioni notevoli. Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare e dove le dimensioni per una volta non aiutano, subentra la genialità: rinchiudersi in una bolla di muco da lui stesso prodotta, isolandosi dall’ambiente esterno. In questo modo il pesce pappagallo impedisce il rilevamento della sua presenza ai propri predatori, sia da un punto di vista olfattivo che di campo elettromagnetico. Geniale no? Spostandoci per un attimo su più larga scala non possiamo non menzionare l’incredibile soluzione adottata dai delfini. Questi magnifici mammiferi marini, noti per la loro suprema intelligenza, non finiscono di stupire nemmeno quando si tratta di riposare. Per rimanere sempre vigili ed attivi, poter nuotare, evitare ostacoli e pericoli, i delfini entrano in un particolare stato di sonno chiamato “emisferico ad onde lente”. In sostanza riescono ad isolare metà dell’encefalo che si “ricarica”, mantenendo attivo l’altro emisfero. Una volta “ricaricato” un emisfero, il processo si inverte. In questo modo il delfino non perde mai il contatto con l’ambiente circostante, garantendosi riposo e sopravvivenza allo stesso tempo. Nonostante questi ingegnosi stratagemmi, quella del riposo rimane sempre una fase molto delicata, gli equilibri sono sottili e gli organismi possono essere facilmente disturbati. I subacquei dovrebbero avere premura nel rispettare questi momenti, al fine di non impattare troppo negli equilibri dell’ambiente in cui si immergono e avere una condotta il meno possibile invasiva. Non si dovrebbe mai dimenticare ad esempio, che praticamente tutti gli abitanti del reef sono sprovvisti di palpebre. Facendo lavorare la fantasia, proviamo per un attimo ad immedesimarci in un pesce e invece che sul letto di casa, adagiamoci su un bel corallo, scelto con cura, con tutti i polipi espansi che fanno da materasso. Ci apprestiamo a passare la nostra prima notte sul reef. Un leggero sciabordio della risacca concilia il sonno, stiamo per addormentarci, quando all’improvviso, un gruppo di fasci luminosi e disordinati, incrociandosi come spade laser squarciano la quiete circostante. Si avvicinano rumorosi, creando strane colonne gassose che si perdono verso l’alto nello scuro della notte. Si guardano intorno, disordinati, in cerca di non si sa bene che cosa. Ma chi sono? Ci scovano. Ci scrutano. Uno ad uno ci puntano quelle accecanti torce dritte nelle pupille. Che fastidio incredibile, facciamo di tutto per girarci e nasconderci ma niente, la luce, accecante, continua ad inondarci per lunghi interminabili minuti! Questo giocoso esempio potrebbe essere verosimilmente ciò che passa per la testa di un qualsiasi organismo marino che abbia la “sfortuna” di incrociare un gruppo di subacquei in immersione notturna. Ovviamente sono tutt’altro che esenti dal discorso i fotografi subacquei, anzi. Generalmente si potrebbe ragionare un attimo di più sui settaggi delle nostre fotocamere, evitando di mitragliare con 30 lampi un qualsiasi inerme soggetto prima di tirare fuori uno scatto soddisfacente. Ce ne sarebbe sicuramente grato! La natura fa il suo corso, la vita sul reef procede con tutti i suoi delicati equilibri, compresi quelli che regolano le fasi di riposo dei suoi abitanti. Come ospiti occasionali di questi magnifici ecosistemi, noi subacquei, specialmente gli addetti ai lavori, dovremmo non solo cercare di essere sensibili, ma di sensibilizzare a nostra volta anche su questi aspetti presumibilmente di secondaria importanza, al fine di rendere il riposo dei nostri amici pinnuti e non, un vero e proprio... sogno ad occhi aperti.



Fonte: Scubazone - Marco Lausdei

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