Immersioni in acque fredde o niente immersioni? Riflettiamoci su.
17-11-2022 17:22 - News

Molti sorrideranno o si scandalizzeranno al pensiero, ma per migliaia di subacquei, immergersi equivale ad immergersi in acque calde, dai 25° C in su, per intenderci.
Per questa fetta di subacquei, immersione significa un’attività prevalentemente estiva, associata al caldo, alle spiagge sabbiose e ai pesci tropicali.
Chi può, d’inverno, “fugge” verso mete calde o semplicemente appende l’attrezzatura al chiodo e va in letargo, in attesa di tempi -non solo metereologici- migliori.
Le chiacchiere con subacquei di tante nazionalità diverse forniscono una serie di elementi molto interessanti al dibattito infinito su questo aspetto cruciale per chi ama il mondo sommerso: quando si può seriamente parlare di “acqua fredda”, e -per estensione-come definire l’essere “freddolosi”? Come ripararsi dal freddo?
Per chi pratica immersioni al lago, la questione non si pone proprio: non esiste l’acqua fredda, ma esistono mute stagne più o meno vecchie, più o meno performanti.
O al limite condizioni esterne (per la vestizione e svestizione) più o meno affrontabili.
I sub tecnici, anche quelli che si immergono in acque calde, spesso usano comunque la muta stagna per affrontare tempi di fondo prolungati e per mantenere una percezione della temperatura tollerabile.
Similmente, non è raro vedere guide subacquee in destinazioni come il Mar Rosso che da Dicembre a Maggio preferiscono immergersi con la muta stagna per affrontare immersioni ripetitive, anche se le temperature non scendono mai sotto i 22 C.
Con buona pace di chi, nello stesso periodo, sceglie quelle stesse mete per le vacanze e appare felice e soddisfatto nella propria 5 mm, 3 mm o addirittura indossando mutini corti.
Gli stratagemmi utilizzati dai sub per tollerare il freddo sono i più svariati.
Quelli più tecnici e legati alla sicurezza, come la prevenzione dell’ipotermia, includono l’utilizzo di guanti, cappucci e erogatori tarati per l’utilizzo in acque fredde.
Ma ci sono numerosi escamotage per combattere il freddo che i subacquei di tutto il mondo utilizzano e si raccontano durante gli intervalli di superficie e nelle conversazioni online.
Se il problema più pressante da risolvere è la temperatura esterna e quindi il comfort tra immersioni consecutive, i sub che si immergono regolarmente consigliano di avere con sé due mute: terminato il primo tuffo, si potrà infatti far asciugare la muta utilizzata per la prima, quindi indossarne una asciutta per la seconda immersione, fino a tornare alla prima scelta, ormai asciutta, per un’eventuale terza.
Ovviamente, l’utilizzo di mute semistagne e stagne è la soluzione più efficiente in termini di mantenimento della temperatura corporea, ma non sempre accessibile a tutti.
I motivi? In primo luogo la comodità nella vestizione, la necessità di una zavorra più ingombrante, ma anche -per chi non possiede la propria attrezzatura-la difficoltà nel reperire mute stagne e semistagne disponibili per il noleggio.
Le case produttrici di attrezzature e abbigliamento subacqueo, anche le più nuove, puntano sempre di più a soddisfare le esigenze dei subacquei che non sono solo freddolosi, ma hanno anche a cuore l’estetica.
Ecco quindi un fiorire di top termici, sottomute e leggings in lycra con pattern che richiamano il mondo sommerso, spesso in materiale riciclato, che in acque calde sostituiscono le mute in neoprene, e in acque fredde invece diventano sottovesti utili non solo a tenere caldo, ma anche a indossare più agevolmente le mute più spesse, sia umide che semistagne.
Il Mediterraneo, anche d’estate raggiunto il termoclino, così come le Azzorre o le Galapagos, per esempio, sono mete che impongono una tolleranza al freddo ben diversa del Mar Rosso in Agosto.
In quei casi, è spesso l’adrenalina per incontri indimenticabili o per ambienti molto diversi da quelli a cui si è abituati, oppure ancora la consapevolezza che le alternative di viaggio sono limitate, ad aver convinto anche i più freddolosi che vale la pena andare oltre lo spauracchio del freddo per vivere emozioni altrimenti precluse.
I sempre più diffusi discorsi sul cambiamento climatico - spesso ironicamente accolto positivamente da chi patisce maggiormente il freddo - dovrebbero certamente farci riflettere non solo sui benefici apparenti delle immersioni in acque sempre più calde, ma anche sui danni che il sollevamento delle temperature sta provocando agli ecosistemi sottomarini di tutto il mondo.
Le variazioni della temperatura sono vitali per il benessere della flora e della fauna sottomarina, così come di quella sopra l’acqua.
La Natura si adatta in maniera resiliente agli sbalzi termici, ne trae energia vitale e ci insegna, per l’ennesima volta, come fare lo stesso per perseguire l’obiettivo più importante per noi sub: apprezzare il mare in tutte le sue forme e... temperature.
Fonte: ScubaZone - Ornella Ditel
Per questa fetta di subacquei, immersione significa un’attività prevalentemente estiva, associata al caldo, alle spiagge sabbiose e ai pesci tropicali.
Chi può, d’inverno, “fugge” verso mete calde o semplicemente appende l’attrezzatura al chiodo e va in letargo, in attesa di tempi -non solo metereologici- migliori.
Le chiacchiere con subacquei di tante nazionalità diverse forniscono una serie di elementi molto interessanti al dibattito infinito su questo aspetto cruciale per chi ama il mondo sommerso: quando si può seriamente parlare di “acqua fredda”, e -per estensione-come definire l’essere “freddolosi”? Come ripararsi dal freddo?
Per chi pratica immersioni al lago, la questione non si pone proprio: non esiste l’acqua fredda, ma esistono mute stagne più o meno vecchie, più o meno performanti.
O al limite condizioni esterne (per la vestizione e svestizione) più o meno affrontabili.
I sub tecnici, anche quelli che si immergono in acque calde, spesso usano comunque la muta stagna per affrontare tempi di fondo prolungati e per mantenere una percezione della temperatura tollerabile.
Similmente, non è raro vedere guide subacquee in destinazioni come il Mar Rosso che da Dicembre a Maggio preferiscono immergersi con la muta stagna per affrontare immersioni ripetitive, anche se le temperature non scendono mai sotto i 22 C.
Con buona pace di chi, nello stesso periodo, sceglie quelle stesse mete per le vacanze e appare felice e soddisfatto nella propria 5 mm, 3 mm o addirittura indossando mutini corti.
Gli stratagemmi utilizzati dai sub per tollerare il freddo sono i più svariati.
Quelli più tecnici e legati alla sicurezza, come la prevenzione dell’ipotermia, includono l’utilizzo di guanti, cappucci e erogatori tarati per l’utilizzo in acque fredde.
Ma ci sono numerosi escamotage per combattere il freddo che i subacquei di tutto il mondo utilizzano e si raccontano durante gli intervalli di superficie e nelle conversazioni online.
Se il problema più pressante da risolvere è la temperatura esterna e quindi il comfort tra immersioni consecutive, i sub che si immergono regolarmente consigliano di avere con sé due mute: terminato il primo tuffo, si potrà infatti far asciugare la muta utilizzata per la prima, quindi indossarne una asciutta per la seconda immersione, fino a tornare alla prima scelta, ormai asciutta, per un’eventuale terza.
Ovviamente, l’utilizzo di mute semistagne e stagne è la soluzione più efficiente in termini di mantenimento della temperatura corporea, ma non sempre accessibile a tutti.
I motivi? In primo luogo la comodità nella vestizione, la necessità di una zavorra più ingombrante, ma anche -per chi non possiede la propria attrezzatura-la difficoltà nel reperire mute stagne e semistagne disponibili per il noleggio.
Le case produttrici di attrezzature e abbigliamento subacqueo, anche le più nuove, puntano sempre di più a soddisfare le esigenze dei subacquei che non sono solo freddolosi, ma hanno anche a cuore l’estetica.
Ecco quindi un fiorire di top termici, sottomute e leggings in lycra con pattern che richiamano il mondo sommerso, spesso in materiale riciclato, che in acque calde sostituiscono le mute in neoprene, e in acque fredde invece diventano sottovesti utili non solo a tenere caldo, ma anche a indossare più agevolmente le mute più spesse, sia umide che semistagne.
Il Mediterraneo, anche d’estate raggiunto il termoclino, così come le Azzorre o le Galapagos, per esempio, sono mete che impongono una tolleranza al freddo ben diversa del Mar Rosso in Agosto.
In quei casi, è spesso l’adrenalina per incontri indimenticabili o per ambienti molto diversi da quelli a cui si è abituati, oppure ancora la consapevolezza che le alternative di viaggio sono limitate, ad aver convinto anche i più freddolosi che vale la pena andare oltre lo spauracchio del freddo per vivere emozioni altrimenti precluse.
I sempre più diffusi discorsi sul cambiamento climatico - spesso ironicamente accolto positivamente da chi patisce maggiormente il freddo - dovrebbero certamente farci riflettere non solo sui benefici apparenti delle immersioni in acque sempre più calde, ma anche sui danni che il sollevamento delle temperature sta provocando agli ecosistemi sottomarini di tutto il mondo.
Le variazioni della temperatura sono vitali per il benessere della flora e della fauna sottomarina, così come di quella sopra l’acqua.
La Natura si adatta in maniera resiliente agli sbalzi termici, ne trae energia vitale e ci insegna, per l’ennesima volta, come fare lo stesso per perseguire l’obiettivo più importante per noi sub: apprezzare il mare in tutte le sue forme e... temperature.
Fonte: ScubaZone - Ornella Ditel