26 Marzo 2023
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Italia da fiaba, 8 luoghi tra fantasia e realtà per non smettere di sognare

16-02-2021 12:30 - News
Pensate che l'Italia non abbia luoghi fiabeschi? Vi sbagliate! Eccone alcuni assolutamente da non perdere per una vacanza "da sogno"

L’Italia ‘terra di santi, poeti, navigatori’…e luoghi da fiaba. E con fiaba non intendiamo solo le bellezze incantevoli di cui il Belpaese è pieno ma entriamo nella dimensione dove sogno e realtà non sembrano avere confini.
Oggi si usa il termine ‘fantasy’ per indicare un genere narrativo tra favola e magia, ecco, i posti nostrani dove immergersi nelle atmosfere fiabesche sono tanti e tutti pronti a far appassionare anche i cuori più razionali. Ne abbiamo selezionati otto per altrettante meraviglie da scoprire!

Castello di Sammezzano, la magia d’Oriente a due passi da Firenze
Nuovamente in lizza per scalare la classifica dei ‘Luoghi del Cuore’ del FAI, posti stupendi che rischiano di scomparire a causa del degrado e che meritano di rinascere con un contributo economico. Il Castello di Sammezzano, splendida villa che si trova sulla collina di Leccio (a trenta chilometri da Firenze), è purtroppo uno di questi: una struttura in stile orientale e una storia che risale all’epoca medicea che oggi rischia il decadimento.
Con il suo enorme parco di 187 ettari, fu in principio una semplice tenuta di caccia per poi trasformarsi quando venne acquistata dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona che con il suo estro – e dopo un lavoro di oltre quarant’anni – ne stravolse totalmente l’aspetto. Subendo il fascino della moda orientalistica diffusa nella seconda metà dell’Ottocento in tutta Europa, il marchese soddisfò il suo sogno d’Oriente realizzando nientemeno che l’esempio più importante di quest’arte in tutto il Continente.
All’interno del Castello di Sammezzano è facile riconoscere i richiami all’arte moresca, come l’Alahambra di Granada o il Taj Mahal in India, o imbattersi in sale multicolori e giochi di luce che lasciano senza fiato. Il suo parco storico, tra i più grandi in Toscana, non è da meno in quanto ad atmosfere esotiche con le oltre cento specie arboree e le maestose sequoie. Intorno agli anni Novanta il Castello fu protagonista di annose vicende burocratiche tra fallimenti di proprietà e mancati progetti di recupero fino ad arrivare al 2012 quando un gruppo di volontari diede vita al ‘Comitato Sammezzano’ che riuscì a riaprirlo al pubblico.
Il Castello di Sammezzano riacquistò la fama meritata e qui vennero realizzati spot pubblicitari e film come ‘Il racconto dei racconti’ di Matteo Garrone. Purtroppo dal 2016 lo spettro della burocrazia è ritornato a farsi vivo con il blocco delle visite per questioni di proprietà e per mancati interventi di messa in sicurezza. Quest’anno è rientrato nella lista dei sette siti storici europei più a rischio.

Giardino di Ninfa, la natura in veste fiabesca nell’Agro Pontino
Tra i più belli e romantici giardini del mondo, questa la definizione del New York Times. È certo che al Giardino di Ninfa non manchi la bellezza ne tantomeno il romanticismo vista l’atmosfera che regala ai suoi visitatori, il cui ingresso è consentito solo in alcuni giorni dell’anno. Occorre preservare il delicato equilibrio ambientale in una cornice naturale che sembra opera di un pennello di un artista esperto. Dichiarato Monumento Naturale della Regione Lazio, il nome Ninfa deriva da un tempio di epoca romana dedicato alle Ninfe Naiadi, le divinità delle acque sorgive.
A partire dal XVI secolo fu la famiglia Caetani a segnarne le sorti decidendo di creare qui un giardino con varietà botaniche, fontane e sorgenti per poi emulare lo stile anglosassone nell’Ottocento: furono bonificate le paludi, piantati molti alberi e restaurate varie rovine. Oggi è la Fondazione Roffredo Caetani ad occuparsi della tutela del Giardino di Ninfa che nei suoi otto ettari ospita 1300 specie botaniche. Magnolie, betulle, iris acquatici, aceri giapponesi e poi loro, i ciliegi, la cui fioritura in primavera regala la palette di rosa da cartolina che caratterizza questo luogo.
L’altro protagonista è il fiume Ninfa che scorre per trenta chilometri lungo la pianura pontina formando l’omonimo laghetto diventato habitat di una trota particolare importata dai romani dall’Africa. Il Giardino di Ninfa è immerso in un’oasi del WWF istituita nel 1976 per proteggere, oltre alla flora, anche la fauna del posto che comprende oltre 150 razze ornitologiche.

Borghetto sul Mincio, un tuffo nel Medioevo nel borgo dove il tempo si è fermato
Per gli appassionati di atmosfere medievali, Borghetto sul Mincio è il posto che fa per voi. Si tratta di uno dei borghi più belli d’Italia oltre che un luogo magico fatto di mulini ad acqua, giardini fioriti e antiche mura sulle rive del Mincio. Borghetto, frazione di Valeggio sul Mincio (Verona), deve il suo fascino alla simbiosi armonica tra storia e natura e al suo aspetto medievale, rimasto inalterato nel tempo, che oggi rappresenta una rarità dal punto di vista urbanistico.
Ed ecco quindi l’immancabile campanile, le ruote degli antichi mulini ad acqua (alcuni ancora funzionanti), la diga fortificata del Ponte Visconteo che si collega al Castello Scaligero regalando al borgo una scenografia turistica di livello. Girando a Borghetto (basterà un’ora per visitare il centro del paese) avrete la sensazione di essere tornati nel passato grazie alla preziosa politica di conservazione degli edifici antichi che ha salvato l’aspetto originario del borgo.
Il consiglio è quello di soggiornare in una delle casette in pietra restaurate così da ammirare lo spettacolo dello scorrere del fiume e dei giardini fioriti intorno: la primavera è la stagione perfetta per questo viaggio nel tempo.

Il Giardino dei Tarocchi, il gioco dell’arte nel parco di Capalbio
Non solo mare e natura, la Maremma Toscana custodisce un tesoro inaspettato che sorprenderà grandi e piccini. È il Giardino dei Tarocchi, un parco artistico – dalla dimensione esoterica – che si trova sulla collina di Garavicchio a Capalbio e che funge da museo a cielo aperto diventando un esempio d’arte ambientale riconosciuto in tutta Italia. Una volta entrati vi imbatterete nelle sculture ciclopiche (alte fino a 15 metri) dedicate ai simboli dei tarocchi in un’atmosfera che fonde sogno e realtà e che vede come protagonisti i ventidue arcani maggiori, mostri in ceramica creati dalla scultrice Niki de Saint Phalle.
Fuori dagli schemi la storia dell’aristocratica Niki che, negli anni Cinquanta, venne ricoverata in manicomio: sarà poi l’arte a regalarle la pace mentale e per questo vedrà nel suo monumentale giardino uno strumento di guarigione per tutti. Una vera e propria foresta di sculture realizzate con materiali diversi come vetro, acciaio e porcellana, tutto condito da un’esplosione di colori a mosaico. Ci sono la Sfinge, il Mago, la Sacerdotessa, il Vescovo a darvi il benvenuto in questo parco emozionale visitabile solo in alcuni periodi dell’anno (da aprile a ottobre) con orari e visitatori limitati.
Tutto per preservare l’atmosfera magica del giardino – attualmente gestito dalla fondazione ‘Il Giardino dei Tarocchi’ - che non può essere considerato alla stregua di un parco giochi.

Il Parco dei Mostri di Bomarzo, l’arte dell’orrido che affascina
Un luogo unico al mondo da visitare anche con i più piccoli, ma occhio a non spaventarvi troppo. Nel cuore della Tuscia, in provincia di Viterbo, da non perdere il Parco dei Mostri di Bomarzo – anche detto ‘Sacro Bosco’ – un giardino rinascimentale popolato da creature fantastiche. Enormi mostri in pietra e animali mitologici che da più di cinquecento anni aspettano i visitatori per sorprenderli e impaurirli.
“Voi che pel mondo gite errando, vaghi di vedere meraviglie alte e stupende, venite qua dove son faccie horrende, elefanti, leoni, orchi e draghi”, questa l’iscrizione che vi accoglie all’entrata del parco voluto da Vicino Orsini e commissionato al singolare architetto Pirro. Tre ettari di giardino suddiviso da una serie di terrazze ricoperte da una folta vegetazione dietro la quale si nascondono queste gigantesche figure scolpite nei massi.
Da quelle fantastiche come il drago, l’elefante, l’orco (il più noto con la sua bocca spalancata), passando per quelle mitologiche come la Ninfa dormiente o situazioni grottesche come la casa pendente o il vaso gigante: incontrerete questo e molto altro in questa passeggiata fuori dagli schemi. Il Parco dei Mostri di Bomarzo è l’espressione più autentica del gusto dell’orrido che ha affascinato noti personaggi come Goethe e Salvador Dalì che qui registrò un documentario.

Rocchetta Mattei, il castello che non ti aspetti vicino Bologna
Nei luoghi da fiaba in giro per l’Italia non poteva di certo mancare un castello. Tra le montagne dell’Appennino Bolognese sorge Rocchetta Mattei, un castello a dir poco originale che unisce lo stile medievale a quello arabo-moresco. Venne eretto nella seconda metà dell’Ottocento per volere del conte Cesare Mattei, famoso omeopata, con l’obiettivo di farne la sede della sua nuova medicina ospitando tutti coloro volessero curarsi da lui.
La struttura del castello venne modificata più volte tanto da trasformarlo in un labirinto di torri, scalinate imponenti, sale da ricevimento e camere private ispirate a stili diversi, dal liberty al gotico. Nel cortile dei Leoni ecco il richiamo all’Alhambra di Granada mentre la cappella prende spunto dalla Grande Moschea di Cordoba.
Visto il suo stile eclettico e curioso, Rocchetta Mattei ha donato la sua atmosfera a molti film, tra questi ‘Tutti defunti tranne i morti’ di Pupi Avati e ‘Enrico IV’ di Marco Bellocchio. Dopo vari passaggi tra gli eredi, il Comune di Bologna e nuovi acquirenti, la Rocchetta venne chiusa al pubblico fino al 2015, anno di riapertura grazie all’acquisizione della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e alla gestione del Comune di Grizzana Morandi.

Ponte del Diavolo e la leggenda di una beffa contro Satana
In ogni favola che si rispetti non può certo mancare il cattivo di turno, in questo caso c’è proprio il diavolo in persona! A Borgo a Mozzano, tra Lucca e la Garfagnana, ritroviamo una delle costruzioni più particolari di tutta la Toscana: il Ponte della Maddalena conosciuto come Ponte del Diavolo, chiamato così per un mix di storia e leggenda. Si tratta di una costruzione fuori dai canoni classici con una grande arcata semicircolare a cui si affiancano tre archi minori, un aspetto suggestivo che non passa inosservato. Poche e varie le notizie sulle sue origini.
C’è chi ne attribuisce la realizzazione a Matilde di Canossa e un restauro a Castruccio Castrani: durante il governo di quest’ultimo furono costruiti gli archi minori in muratura che prima erano in legno, questo ne spiegherebbe la differenza con l’arco maggiore e la diversa pendenza sulla sinistra. Più divertente ciò che racconta la leggenda secondo cui il Ponte della Maddalena fu costruito da San Giuliano che, trovandosi in difficoltà nei lavori, decise di chiedere aiuto al diavolo con la ricompensa dell’anima della prima persona che ci sarebbe passata sopra.
Come finì la storia? Terminati i lavori, San Giuliano lanciò sul ponte un pezzo di focaccia attirando un cane, questa la sua beffa ai danni di Satana.

L’isola di Burano, il villaggio colorato che sembra uscito da una fiaba
Una piccola oasi che sembra uscita da un racconto a lieto fine o dalle mani gentili di un pittore. È l’isola di Burano, famosa in tutto il mondo per le sue case colorate e la lavorazione del merletto. Un campanile inclinato (visibile da lontano) e poco più di quattromila abitanti ‘obbligati’ a pitturare con frequenza le facciate delle loro abitazioni.
Oltre ad essere il segno distintivo e l’attrazione turistica di Burano, la leggenda racconta che in passato i pescatori avessero colorato le loro case così da differenziarle e riconoscerne la propria da lontano ritornando dal mare, anche nei giorni di nebbia. Inutile dire quanto l’isola vicino Venezia sia tranquilla, è la prima impressione che si ha arrivando con il vaporetto per poi perdersi tra le ‘buranelle’, le tipiche trattorie dove mangiare pesce fresco e assaggiare il dolce dell’isola, la ‘Bussolà’.
E poi i negozi dove si può ammirare la lavorazione del merletto, una delle attività più antiche di Burano. E qui troviamo un’altra leggenda, quella che racconta di un pescatore promesso sposo che riuscì a resistere all’ammaliante richiamo delle sirene: come premio fedeltà ricevette in dono un velo nuziale fatto con la schiuma del mare che rese la sposa di una bellezza stravolgente. Tutte le donne dell’isola provarono così ad imitarlo con ago e filo! Da non perdere il Museo del Merletto che custodisce oltre cento preziosi esemplari di cui alcuni risalenti al XVI secolo.




Fonte: Paesi On Line

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