L'Isola degli Squali
24-05-2021 18:07 - News

Pochi posti sono come stelle fisse, che seguono un loro corso preciso nonostante quello che hanno intorno, e non c’è vento o mare che possa cambiarli. Le Maldive sono una costellazione di isole che si estende per 1000 Km nell’Oceano Indiano a ovest dell’India e sotto Sri Lanka. Un migliaio di stelle di corallo circondate da lagune turchesi in continua evoluzione. Il cambiamento è dato dal corallo che, come ogni animale, cresce, cambia, muore. Fuvahmulah è la sua stella fissa. Diversamente dagli altri atolli e isole maldiviane, Fuvahmulah non è circondata da un anello di corallo, anzi si erge fiera dal blu profondo e se ne frega di onde e venti. È un’isola grande. Grande per gli standard maldiviani, è ovvio. Tutto il perimetro ha spiagge bianchissime e lunghe, disseminate di conchiglie che i turisti non hanno portato via - almeno qui. Il turismo, in effetti, è cominciato da poco. Cominciato sulla scia degli squali. Il centro è verdissimo. Foreste di palme, manghi e altri alberi da frutta. Grandi viali sterrati e piccole stradine dove passano pick-up, macchine e motorini. Come vi dicevo l’isola è grande, e gli abitanti sono organizzati per vivere bene. Le case sono piuttosto raccolte al centro, ma ce ne sono sparpagliate anche da altre parti a formare dei quasi-quartieri. Sono case tipiche, curate, colorate e, ogni tanto hanno un orticello intorno. Questo non è tipico per niente direte voi. No, infatti, non lo è. Ma qui c’è buona terra e acqua dolce e con l’acqua dolce si può fare tutto, persino coltivare un orto a melanzane, peperoni, patate… In tutte le zone acquitrinose crescono le patate dolci senza che nessuno si occupi di piantarle. In effetti queste zone sono estese e vaste al centro dell’isola, in prossimità dei laghi. Si, avete capito bene, proprio laghi di acqua dolce. Dolce e buona da bere, l’ho assaggiata, quindi posso garantire. In uno dei due laghi la profondità è limitata ed è completamente coperto di patate dolci che vengono raccolte e utilizzate per l’alimentazione della popolazione. Al centro c’è un bellissimo pontile molto scenografico e romantico. Il secondo, invece, è più profondo ed è stato ripulito e attrezzato come una “riviere”. Proprio così, ci sono lettini, pedalò, zone pic nic, eccetera. I bambini più piccoli giocano nelle parti meno profonde, quelli più grandi fanno il bagno in acqua fonda con le loro madri completamente vestite. C’è un’aria di allegria e di festa, soprattutto al venerdì, e tutti si divertono. Ci accolgono sorridenti, siamo i turisti della barca da crociera che sta in porto, quelli fissati con gli squali, ci guardano e ridono. Beh, un po’ li capisco. Chiedo quanto è dolce l’acqua, se è potabile. Certo, mi dice un signore anziano gentile, vuoi assaggiarla? E me ne prende un po’ nell’incavo della mano. È felice quando dico che è buona. Meeru in maldiviano significa buono, è il buono del cibo, dei sapori, dei profumi… Per gli abitanti dell’isola, il turismo significa anche benessere economico e nuovi incontri. In poco tempo sono state aperte nuove guest house e ci sono quattro diving center sull’isola. Le barche da crociera devono sostare dentro il porto. Il mare aperto regala un’onde lunghe e ampie in qualunque stagione e ancorare fuori non è proprio possibile. Dicevamo che la posizione e la conformazione morfologica di Fuvahmulah è strategica per attirare i grossi predatori. Posta tra l’atollo più grande e profondo delle Maldive, Suvadiva, e il piccolo atollo di Addu, in mezzo al niente, possiamo dire. Anche se quel niente è l’Oceano ed è un niente ricco e generoso di pesce e di bellezza. La questione, però, sta nella disponibilità di cibo. Se io mangio pesce vado dove c’è il pesce. E il pesce piccolo ha bisogno del reef per sopravvivere. Quindi i più grandi devono avvicinarsi all’isola, non essendoci altro nelle vicinanze. Non è solo la disponibilità di cibo ad attirare ma anche le stazioni di pulizia indispensabili per la buona salute dei grandi pesci. E le stazioni di pulizia dove pesciolini e gamberetti offrono i loro servizi sono sulla barriera corallina. Le pareti nette sprofondano nel blu oceanico perdendosi. Si allontanano dall’isola creando un pianoro dove si incrociano le correnti. È il regno degli squali martello. Sono tanti. Sembrano arrivare dal niente e in un attimo sono ovunque. È un gruppo molto numeroso o, forse, sono più gruppi. Sono Sphyrna lewini, molto grandi per la loro specie e anche piuttosto socievoli per la loro indole, di solito molto timida. Ben più timido ma assai bello è lo squalo volpe. Lo incontriamo diverse volte, sul pianoro e sul reef. La lunga coda sventola elegante, gli serve per colpire e tramortire le prede che poi divora con la bocca piccola. Ci guarda, non lo convinciamo troppo, decide che è meglio allontanarsi. Tutto quel rumore di bolle, quelle pinneggiate sgraziate, non fanno per lui… E poi eccola, la star tanto attesa, lo squalo tigre. Qualcuno dice che la popolazione di questa specie raggiunga i 200 esemplari a Fuvahmulah. Non so se è vero. Certo è che i diving della zona hanno dato dei nomi a quelli che incontrano ogni giorno e che conoscono per dimensione, graffi e altri segni particolari. È un animale grande, elegante e affascinante. Intorno all’isola ci sono sempre stati. I pescatori lo raccontano, ci convivono da sempre. Non ci sono mai stati incidenti, nonostante qualche squalo più audace sia sempre entrato anche in porto. Si potrebbe dire che la convivenza è pacifica. Oggi lo squalo tigre è diventato anche una risorsa economica perché attira i subacquei e quindi lo sviluppo del turismo. In un’isola in cui l’unica risorsa è la pesca in oceano il turismo rappresenta una vera opportunità.
Fonte: Scubazone - Donatella Moica
Fonte: Scubazone - Donatella Moica