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Le Cernie di Pianosa

30-11-2020 11:02 - News Subacquee
Pianosa è un'isola dell'arcipelago Toscano, a un'ora circa di gommone dall'Elba. Il nome ci passa un'informazione sulla caratteristica principale dell'isola, che ha come massima altitudine 29 m: è piatta, non ha alture, il che la rende unica tra le isole dell'arcipelago. La caratteristica era già evidente agli antichi Romani, che la chiamavano Planasia, e deve essere una caratteristica distintiva in Italia, se è vero che per esempio alle Tremiti c'è un'altra Pianosa. Le isole piatte si distinguono, sono rare. Nel 1856 Pianosa diventa colonia penale agricola, destinata a condannati che potevano svolgere lavoro nei campi. Dal 1931 al 1935 vi fu detenuto per motivi politici, tra gli altri, Sandro Pertini. Nel 1977 divenne carcere di massima sicurezza, ospitando detenuti appartenenti a organizzazioni terroristiche o alle mafie. Appare ovvio che l'isola non poteva essere frequentata da civili, men che meno da turisti o subacquei. Essendo stata chiusa al pubblico per oltre 150 anni, col divieto di avvicinarsi entro 1 miglio dalla costa, Pianosa ha potuto conservare un ambiente marino veramente incontaminato. Nel 2011 il carcere è chiuso, e da quella data termina anche il divieto di sbarco, la gente comune può tornare a visitare Pianosa, con alcune limitazioni (massimo 250 visitatori/giorno). Pianosa è parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, il quale protegge la zona a mare, rendendola un luogo incantevole e veramente unico, specialmente per i subacquei. Per valorizzare le ricchezze di Pianosa senza però degradare l'ambiente, l'Ente Parco dell'Arcipelago Toscano ha permesso nel 2013 la fruizione sottomarina regolamentata e controllata; è una fruizione sperimentale, a cui si è arrivati solo dopo un attento studio e monitoraggio scientifico, con la collaborazione di Ministero dell'Ambiente, Regione Toscana, Comune di Campo nell'Elba, Capitaneria di Porto e il Consorzio Diving dell'Isola d'Elba (CED). Sono state posizionate 7 Boe di Attracco (rispettose del fondale) dedicate alle immersioni, di cui 4 per i Diving Center autorizzati e le altre dedicate alle strutture BIOLOGIA LE CERNIE DI PIANOSA di Massimo Boyer pubbliche, mezzi di soccorso e sorveglianza. I diving Center autorizzati hanno il compito di coordinare l'attività all'interno della zona a tutela biologica di Pianosa, limitata a piccoli gruppi di subacquei accompagnati da guide ambientali subacquee autorizzate della Regione Toscana o dai diving accreditati dall'Ente Parco, che possono ormeggiare alle boe, uno per volta e su prenotazione. Le immersioni sarebbero alla portata di tutti i subacquei, ma secondo la normativa del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano è necessario essere in possesso almeno del brevetto Advanced o di un brevetto di II livello, per avere un buon controllo dell'assetto e limitare i contatti col fondo. In questo scenario il vero protagonista è il pesce che, non essendo abituato alla presenza estranea e predatoria dei subacquei, si lascia facilmente avvicinare, soprattutto le cernie che vengono a specchiarsi nell'oblò delle custodie e permettono, complice anche l'incredibile limpidezza, di scattare delle meravigliose fotografie.
Lo spettacolo sotto il livello del mare è veramente unico. E al centro dell'ambiente, potrebbe sembrare banale ma non lo è affatto, c'è la Posidonia, che con popolamenti densi e sanissimi caratterizza tutti i siti dedicati alle immersioni. Raramente ho visto in acque italiane praterie così ricche e sane, veramente qui la Posidonia è il centro attorno al quale ruota tutto un ambiente naturale, dove la pianta svolge appieno tutte le sue funzioni, a cominciare dalla protezione delle coste, per passare alla funzione di nursery, di offrire rifugio e cibo a diverse specie di pesci, molluschi, crostacei. I punti di immersione bordano il limite di una cigliata che segue il profilo della costa, con un salto da 16-18 m a 40-45. Le pareti verticali con anfratti di diverse misure formano tane ideali per le cernie, e anche per banchi di corvine. Castagnole e boghe danzano sulla Posidonia, schivando gli attacchi di barracuda, dentici, ricciole, che continuano indifferenti alla presenza dei sub. E, occhio sempre al blu, da dove non è infrequente che si materializzi la sagoma dei tonni, delle aquile di mare, dei pesci luna. Insomma, lascio Pianosa con un po' di nostalgia, convinto di aver visitato un'area protetta nel modo più giusto, permettendone la fruizione, necessaria per fare cassa, ma regolamentandola con attenzione in modo da non avere frotte di turisti-vandali, ma un turismo selezionato e consapevole. Per inciso, in due immersioni non ho visto mai pezzi di plastica abbandonati, che sono ahimè dovunque le tracce evidenti della cosiddetta civiltà. In tutto questo è fondamentale il ruolo delle guide autorizzate, sia per controllare e reprimere (dove fosse necessario) ma soprattutto per informare, e valorizzare una risorsa che rischierebbe altrimenti di essere banalizzata. Pianosa ha grandissime distese di Posidonia, magnifiche, e per chi sa guardare uno spettacolo davvero unico di cernie, corvine, barracuda, dentici, pesci di ogni specie. E questo è il mio ringraziamento a Chiara e Piergiacomo di Biodivers Sea Academy, diving center basato a Porto Azzurro d'Elba, gestito con grande attenzione e con un occhio di riguardo per l'informazione e l'educazione ambientale. www.biodivers.i


Fonte: ScubaZone - Massimo Boyer

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