26 Marzo 2023
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Mi trasferisco a Sharm - tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare

08-06-2021 16:29 - News
Quante volte, valutando la possibilità di cambiare qualcosa nelle nostre vite professionali, abbiamo ripetuto questa frase? E quante volte i nostri desideri di cambiamento sono ispirati da una vita che non ci convince, da stress quotidiani che non abbiamo più voglia di affrontare, da colleghi, capi, ma anche spazi di lavoro che dopo anni ci vanno stretti? Il cambiamento fa paura, è una paura atavica, legata al fatto di abbandonare il noto per l’ignoto. Spesso andiamo avanti per inerzia, ci sembra più semplice subire un’insoddisfazione che conosciamo bene piuttosto che metterci in discussione. Abbiamo paura di non farcela.
Ecco le storie di Marco e Valeria, due istruttori PADI che da qualche tempo lavorano a Sharm El Sheikh e che hanno scelto di dare un taglio netto alla propria vita lavorativa precedente, scegliendo ciò che gli Inglesi chiamano “down shifting”. Marco M., trentaseienne di Varese non si è fatto spaventare da quel Mare di mezzo tra il dire e il fare, e anzi ha deciso di tuffarcisi dentro e farlo diventare il suo nuovo ufficio. “Ho lavorato per una azienda di trasporti da quando avevo 21 anni, seguendo le orme di mio padre. Ho guidato in autostrade italiane e di tutta Europa per migliaia di chilometri. I camion che conducevo a destinazione erano bestie di metallo che attraversavano regioni italiane, valichi di montagna, litoranee belle e meno belle. Le mie giornate erano molto intense, e anche molto solitarie. Nella cabina di guida ero quasi sempre l’unico occupante, con solo la musica a tenermi compagnia. Lo stipendio non era affatto male, ma per quanto adorassi guidare, sentivo di aver bisogno di altro”. “Una vita dedicata al turismo la mia”, ci dice Valeria, quarantaduenne ligure cresciuta nel carrugio di Chiavari e poi approdata nell’hinterland milanese dove ha aperto la sua agenzia di viaggi, dopo anni di lavoro come tour leader e poi nell’Ufficio Vendite di un importante tour operator italiano. “Viaggiare è da sempre stata la mia passione e grazie al mio lavoro ho avuto la fortuna di visitare quasi tutti i continenti, coniugando spesso il mio amore per i viaggi con la passione per le immersioni, iniziata proprio a Sharm diciassette anni fa. Ho sempre amato il lavoro con il pubblico, ma dopo tanti anni l’idea di accogliere i clienti in agenzia per ispirarli su nuove mete di viaggio non era più soddisfacente, mi sentivo in trappola”, continua Valeria. “Anche io ho iniziato la mia vita sub a Sharm, durante una vacanza pensata proprio per conseguire il brevetto Open. L’incontro con il mondo sommerso per me è stato illuminante, non solo dal punto di vista di studente. Non scorderò mai l’entusiasmo e il carisma del mio istruttore; guardandolo provavo una sana invidia e pensavo che aveva il lavoro più bello del mondo. Insegnare e accompagnare sub esperti e meno esperti alla scoperta delle meraviglie subacquee è un privilegio straordinario. Lo penso tuttora che quel lavoro è anche il mio”, prosegue Marco. “Dopo il brevetto a Sharm mi sono immersa in quasi tutto il mondo: Seychelles, Maldive, Polinesia, Indonesia, Thailandia e Messico. Solo sottacqua mi sentivo completamente a mio agio, felice e libera. Quando sono arrivata al punto di non poterne DAVVERO proprio più della mia vita milanese è stato naturale pensare alla subacquea come a una parte della soluzione”, racconta Valeria. “Conseguito l’Open sono tornato a Sharm dopo solo qualche settimana per ottenere il brevetto avanzato. Da lì ho poi continuato la mia formazione in Italia, al Lago Maggiore. Mi immergevo tutte le domeniche al lago e non appena avevo un po’ più di tempo guidavo sino a Lavagna, dove ho poi fatto tanta gavetta come Divemaster”, continua Marco. “Ho scelto il Camel Dive Club di Sharm per il mio brevetto Divemaster. Non avevo ancora un piano ben preciso sul futuro, ma sapevo che la subacquea ne avrebbe fatto parte e che a prescindere da come si sarebbero evolute le cose, dovevo iniziare a posare i primi mattoni per costruire la mia carriera professionale sub. Da lì al voler diventare istruttore è bastato pochissimo. Tutto lo staff del Camel, ma anche tanti ospiti durante il corso DM continuavano a ripetermi “Devi diventare istruttore! Questo lavoro ti si addice proprio”, racconta sorridendo Valeria. Marco: “Non appena sono diventato istruttore ho preso un’aspettativa a lavoro e mi sono trasferito a Sharm per qualche mese. Forse anche perché era proprio a Sharm che tutto era iniziato. Il fatto che conoscessi già l’Inglese è stato senza dubbio un vantaggio, che mi ha consentito di collaborare sin da subito con un diving prestigioso, ubicato all’interno dell’hotel più lussuoso di Sharm. Una volta inseritomi nella comunità sharmese, con il passaparola è stato semplice collaborare anche con altri diving, tra cui il Camel Dive Club. E’ certamente questo il centro sub che più di tutti ha allargato i miei orizzonti e mostrato come l’efficienza di una gestione del lavoro ben strutturata consenta non solo di garantire sicurezza nelle immersioni per decine di subacquei di nazionalità diverse, ma contribuisca anche a creare un’atmosfera divertente sia tra colleghi che con gli ospiti.”
Valeria: “Il passaggio tra la decisione di far fare alla mia vita un salto di qualità e mostrare il passo del gigante ai miei primi studenti è stato velocissimo. Ho chiuso la mia attività in Italia, comprato un trasportino per il mio setter inglese, riposto nelle ante dell’armadio più alte i miei tailleur da ufficio e sono partita per Sharm, con un biglietto di sola andata!” “Dal primo impiego a Sharm, ho fatto altre esperienze di lavoro in Italia, nelle Filippine e in Sudan. Ma Sharm è sempre Sharm, ce l’ho nel cuore ed è proprio qui che ho intenzione di fare base, allontanandomi solo per le vacanze”, aggiunge Marco. “Ho una casa bellissima con vista mare che condivido con il mio compagno inglese, conosciuto proprio durante il corso istruttori. Posso permettermi uno stile di vita che prima potevo solo lontanamente immaginare, e per averlo non devo certo essere milionaria! La cosa più bella della mia vita attuale è che nonostante mi svegli prestissimo la mattina, sono piena di energia perché so che non devo mettermi dietro a una scrivania, ma solo indossare la muta e ogni giorno imbarcarmi in una nuova avventura, con persone nuove, avvistamenti nuovi, emozioni e soddisfazioni che mi riempiono di gioia”. Aspetti negativi? “Pochi, davvero”, ci rispondono all’unisono Marco e Valeria. “Certo, mancano gli affetti. Ma Sharm è a un tiro di schioppo dall’Italia e parenti e amici sono ben contenti di venirmi a trovare. In più, anche quando vado in vacanza in Italia mi rendo conto che il tempo che trascorro con la famiglia e gli amici è davvero un tempo di qualità, che prima tra gli impegni del mio lavoro stressante non era altrettanto soddisfacente”, evidenzia Marco. Valeria: “Anche per me è una questione di qualità del tempo. Guadagno meno, non c’è dubbio. Ma ho rivisto le mie priorità e sono più convinta che mai che per me la cosa più importante è svegliarmi felice ed entusiasta di ciò che impegnerà la maggior parte delle mie giornate: il lavoro che amo”. “Si dice sempre che avere la fortuna di amare il proprio lavoro annulla la fatica del farlo. A volte mi sento stanco, non posso negarlo. Ma si tratta sempre di quella stanchezza piacevole, che si scioglie al sole del Mar Rosso e che non cambierei per nulla al mondo con la nebbia in autostrada che è stata il mio orizzonte per anni.”, sorride Marco. Anno nuovo, vita nuova. Tutti lo dicono, pochi lo fanno. Perché cambiare è sempre più difficile, perché bisogna scendere a patti con l’incertezza che ci circonda. Ecco perché la motivazione deve essere ancora più forte che in passato. Ed ecco perché se la subacquea fa già parte delle nostre vite e le ha rese più felici, vale senz’altro la pena farla rientrare nei nostri piani di cambiamento, soprattutto se l’obiettivo non è arricchirsi economicamente, ma svegliarsi la mattina con la voglia di Mare e addormentarsi sereni la sera con la piacevole stanchezza che solo il Mare regala.



Fonte: Scubazone - Ornella Ditel

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