22 Marzo 2023
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Povero Mare Nostrum

09-05-2021 07:39 - News
Abbiamo un solo mare.
Abitiamo un pianeta fatto d’acqua dove la vita è possibile grazie all’acqua.
Un mondo dove oltre agli animali e ai vegetali vive la specie umana.
Il mare è il nostro mondo, questo è un fatto, ma ultimamente lo abbiamo confuso con un pozzo pieno di risorse (ormai poche) dal quale prendere senza regole.
L’uomo sa bene oramai (o dovrebbe sapere) che senza un criterio nessuna risorsa può essere sfruttata ad oltranza, ed è giunto il momento di tornare indietro nel tempo, riconquistare il rapporto perso con la terra, e quindi con l’acqua, di cui siamo parte; serve riacquisire la consapevolezza che è necessario, quanto urgente, un nuovo equilibrio.
I subacquei, sempre pochi nonostante la tecnologia consenta oggi cose incredibili, hanno la fortuna di vivere un ambiente unico, il più ricco del pianeta terra: l’ambiente sommerso.
L’opportunità di immergersi e conoscere la vita nel mare è una cosa grandiosa.
Consapevoli di ciò, non limitiamoci a considerare l’attività subacquea solo uno svago, ma cerchiamo di diventare attori protagonisti per la divulgazione della conoscenza, per far sapere a tutti cosa accade sott’acqua, come soffre oggi il mare e cosa è giusto cercare di fare al più presto, per salvare il salvabile. L’impegno del singolo è oggi importante più che mai e solo una corretta educazione dei giovani e un’inversione di tendenza può tutelare la specie umana e il suo futuro.
In un mondo in cui si parla sempre di più di inquinamento, cambiamenti climatici, pesca indiscriminata, abusivismi d’ogni sorta, troviamo uno spazio anche noi, subacquei, per un impegno rivolto alla salvaguardia degli ambienti marini. Siete tutti invitati a contribuire per creare una forza positiva: usiamo internet sfruttandone le reali potenzialità, che ci consentono di comunicare come mai è stato possibile. Alcuni anni fa, in un tempo non molto lontano, esistevano poi i pescatori, uomini che vivevano il mare prelevandone razionalmente e periodicamente i frutti e vivendone lo spirito; erano uomini di mare, amavano il mare e i pesci, rispettavano ciò che per loro era fonte di sostenta - mento e di vita. Oggi non è più cosi. La sferzata dell’inquinamento ambientale, le moderne attrezzature da pesca, il prelievo scriteriato e senza limiti hanno, tutti insieme, inferto un duro colpo al mare ed ai suoi abitanti. Sono pochi i pescatori che ancora lavorano come si deve e in molti casi si assiste a una pesca per nulla in equilibrio con l’ambiente. E la tecnologia favorisce lo sterminio. Un meccanismo perverso si è fatto strada da solo e, come sempre, l’uomo rimane vittima di se stesso. Quel che presento è un quadro triste, non piacevole. Ma non è una visione pessimistica della realtà, bensì solo una semplice osservazione dei fatti che ormai tutti i giorni abbiamo sotto gli occhi; e le foto potrebbero anche parlare da sole, senza alcun commento. Ma sentimenti e parole servono per sottolineare qualcosa di molto importante. Che sentimento vi suscita osservare dei pesci morti da poco galleggiare in superficie all’interno di un porto dove resistono le ultime marinerie dedite alla pesca con le reti, tramagli e altro, pesci “commercialmente inutili” ma morti ugualmente? Cosa si prova vedendo sui banchi dei mercati pesci fino a poco tempo fa considerati non commestibili, messi in vendita come se lo fossero, e pesci congelati e d’allevamento che superano in numero quelli freschi locali? Sono certamente scene che si commentano da sole, ma è fondamentale parlarne perché siamo distratti. Fotografare, riprendere e interpretare quel che accade per trasmettere la drammaticità di un momento che passa inosservato è determinante. Interpretazione e ricerca fotografica, quindi, per porre sotto gli occhi di tutti quel che a volte succede a nostra insaputa, quel che a volte il mare nasconde sotto la sua sempre bella superficie ma che a volte l’uomo incurante porta a galla e “schiaffa” sotto gli occhi di tutti. Oggi siamo tutti distratti e superficiali e lavoriamo schiavi dei computer e della monotonia quotidiana, non trovando tempo e occhi per guadarci intorno; di conseguenza non vediamo quasi mai ciò che accade realmente, limitandoci a consumare pesce (per non dire altro) senza farci troppe domande. Tornando con la testa sott’acqua, possiamo toccare con mano una realtà fatta di rifiuti abbandonati sui fondali, residui di plastica e altri materiali non biodegradabili, attrezzature da pesca perse per sempre e giacenti su sabbia o roccia, tutto a testimonianza di cosa siamo ca - paci di fare sulle terre emerse, deturpando un mondo, quello sommerso, che non vediamo, non conosciamo, ma soprattutto non amiamo. Dovremmo rieducarci ad amare e a considerare il nostro pianeta come la nostra casa. Sott’acqua ogni scena vissuta scatena grande slancio emotivo, appaga e coinvolge, in un susseguirsi di esperienze sempre nuove. In un’epoca che viene definita Antropocene ci rendiamo conto facilmente, anche durante un’immersione, di quanto l’uomo ha modificato i paesaggi sommersi, alterandone le caratteristiche. Le fotografie di questo articolo sono un piccolissimo esempio di cosa si può osservare sui fondali marini a profondità limitate. E anche se il mare è capace di fare miracoli nel trasformare le malefatte umane attraverso la colonizzazione di molti dei rifiuti e dei relitti umani, attraverso l’attecchimento della vita anche sui substrati dove sembrerebbe impossibile che ciò avvenga (plastica inclusa), questo non deve illuderci o farci credere che il mare possa comunque sopravvivere a prescindere dalle nostre azioni. Siamo diventati troppi sul pianeta e, complice la tecnologia, non abbiamo altra possibilità che invertire la marcia. Ne saremo capaci?



Fonte: Scubazone.it - Franco Turano

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