24 Marzo 2023
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Ritornare ad immergersi dopo COVID-19 (Estratto da DAN Europe 26/04/2021)

08-05-2021 07:58 - News
I subacquei che sono risultati positivi al COVID-19 ma che sono rimasti completamente asintomatici, dovrebbero aspettare almeno 30 giorni dal primo tampone negativo prima di richiedere l’idoneità all’immersione e tornare ad immergersi.
I subacquei che si sono ammalati al COVID-19 ed hanno presentato sintomi dovrebbero aspettare almeno 30 giorni dal primo tampone negativo, più altri 30 giorni senza sintomi (totale di due mesi) prima di richiedere l’idoneità all’immersione condotta da uno specialista in medicina subacquea.
I subacquei che sono stati ricoverati in ospedale con o a causa di sintomi polmonari riconducibili al COVID-19, dovrebbero aspettare almeno TRE mesi prima di richiedere l’idoneità all’immersione condotta o coordinata da uno specialista in medicina subacquea. Il nulla osta dovrebbe includere test completi di funzionalità polmonare (almeno FVC, FEV1, PEF25-50-75, RV e FEV1/FVC), un test da sforzo con misurazione della saturazione periferica di ossigeno, così come una TAC dei polmoni ad alta risoluzione per verificare il ritorno alla normalità.
I subacquei che sono stati ricoverati con o a causa di problemi cardiaci riconducibili al COVID-19, dovrebbero aspettare almeno TRE mesi prima di richiedere l’idoneità all’immersione condotta o coordinata da uno specialista in medicina subacquea. L’autorizzazione dovrebbe includere una valutazione cardiaca, compresa ecocardiografia e test da sforzo (elettrocardiografia da sforzo) per accertare la normale funzione cardiaca.
È importante che i test polmonari e cardiaci siano interpretati e convalidati da un professionista con conoscenze specifiche in medicina subacquea. Si noti che gli iscritti DAN Europe hanno diritto a ricevere consulenze mediche con uno specialista in medicina subacquea.

Altri fattori di rischio di cui tener conto
Ci possono essere altri rischi potenziali per i sub che hanno avuto il COVID-19. Il modo migliore per determinare se sei un soggetto a rischio maggiore di barotrauma polmonare, shunt di bolle polmonari, problemi cardiaci o di altro tipo è attraverso una visita medica subacquea. I sub ritenuti a più alto rischio dovrebbero considerare quanto segue nel riprendere le loro attività subacquee in accordo con il loro medico subacqueo.

Tossicità dell’ossigeno
Al momento, si sa molto poco su una possibile maggiore sensibilità del tessuto polmonare agli effetti tossici dell’ossigeno. Un atteggiamento prudente imporrebbe di evitare immersioni tecniche e con rebreather, con respirazione prolungata di gas iperossico e PO2 di 1,3 ATA o superiore. Le semplici “immersioni nitrox”, nelle quali una PO2 massima di 1,4 ATA viene respirata solo per brevi periodi, nella parte più profonda dell’immersione, non dovrebbero presentare alcun problema.

Malattia da decompressione
Si sa ancora meno sulla possibile alterazione della funzione di “filtro bolle” del polmone dopo un’infezione polmonare da COVID-19. Questo potrebbe significare un aumento del rischio di Malattia da Decompressione. Anche qui, un atteggiamento prudente imporrebbe ai subacquei che hanno sofferto di sintomi polmonari da COVID-19 di tenere le immersioni temporaneamente (o per più tempo) ben al di sotto dei limiti di non decompressione (NDL) suggeriti dal computer. Secondo queste indicazioni, il computer non dovrebbe indicare soste decompressive obbligatorie, in nessun punto dell’immersione.

In generale, raccomandiamo di:
continuare le misure di distanziamento fisico come richiesto dalle autorità locali, anche durante le operazioni d’immersione (soprattutto durante la fase di superficie delle operazioni sub), compreso l’uso di mascherine e il mantenimento di una distanza fisica ritenuta sicura.
Disinfettare le attrezzature private e a noleggio, comprese le Unità Ossigeno d’emergenza, con disinfettanti appropriati che coprano un ampio spettro di germi, compresi funghi, batteri, spore e virus.
Evitare lo scambio di sistemi di respirazione personali, se non in situazioni di reale emergenza.
Pianificare esercizi di “condivisione dei sistemi di respirazione” in modo tale da garantire una protezione personale.
Seguendo queste raccomandazioni, i subacquei possono mitigare i rischi di diffusione dell’infezione, mentre coloro che hanno contratto il COVID-19 e sono guariti possono riprendere l’attività subacquea nel modo più sicuro possibile.



Fonte: Scubaportal.it - Michael Menduno

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